In Veneto, all'epoca della Serenissima, il Capodanno non era il primo di Gennaio ma il 1 Marzo. Questa tradizione ha origini antiche: furono i romani, stabilendo la divisione dell'anno, a farlo iniziare oggi, dedicando l'intero mese a Marte, Dio della Guerra. Giulio Cesare aveva stabilito che l’anno dovesse cominciare con il risveglio della natura; ma festeggiare il capodanno in primavera era usanza anche della popolazione veneta preromanica che a sua volta l'aveva ereditata dagli indoeuropei. Coincideva con la fine del periodo più freddo e con l’arrivo della primavera che portava a un nuovo inizio, secondo un’usanza arcaica molto diffusa e riscontrabile anche in altri calendari, come in quello cinese. I festeggiamenti in Veneto, in questo periodo, prendono il nome di "Bati Marso". La festa del "bati marso" si svolgeva appunto negli ultimi giorni dell'anno, e prevedeva di andare in giro per strade e piazze battendo su pentole, coperchi, e altri strumenti rumorosi, facendo confusione per far scappare l'inverno e propiziarsi la primavera nella quale si dava avvio ai lavori agricoli. Coincideva con la fine del periodo più freddo e con l’arrivo della primavera che portava a un nuovo inizio, secondo un’usanza arcaica molto diffusa e riscontrabile anche in altri calendari, come nel caso di quello cinese. La festa del "bati marso" si svolgeva appunto negli ultimi giorni dell'anno, e prevedeva di andare in giro per strade e piazze battendo su pentole, coperchi, e altri strumenti rumorosi, facendo confusione per far scappare l'inverno e propiziarsi la primavera nella quale si dava avvio ai lavori agricoli. Quando, nel 1582, entrò in vigore il calendario gregoriano, tutti gli Stati d’Europa lo adottarono. La Repubblica di Venezia decise di adottare il nuovo calendario mantenendo però il Capodanno il 1° marzo. Nacquero dei un problemi di relazione con gli altri Stati: i giorni di gennaio e di febbraio, che nei territori della Serenissima appartenevano ad un certo anno, per le altre Nazioni si trovavano nell’anno successivo, dal momento che nella Repubblica Veneta gennaio e febbraio erano l’undicesimo e il dodicesimo mese dell’anno, mentre nel resto d’Europa erano il primo e il secondo. Per esempio, il 14 gennaio del 1600 nella Serenissima era il 14 gennaio del 1601 negli altri Paesi. Per ovviare a questo problema, venne creata la datazione “more veneto”, ovvero “secondo l’uso veneto”. Per esempio, nei documenti ufficiali si scriveva la data “14 gennaio 1600 more veneto”, in modo che gli altri Stati sapessero che per loro si trattava del 14 gennaio 1601. La Serenissima mantenne questa pratica di datazione fino alla sua caduta, nel 1797, quando venne sconfitta da Napoleone Bonaparte. Dopo la Restaurazione stabilita dal Congresso di Vienna nel 1815, la Serenissima venne inglobata nell’Impero d’Austria, e quindi si perse anche la tradizione di festeggiare il Capodanno il 1° marzo, e si iniziò a festeggiarlo il 1° gennaio come era in uso in Austria e in tutto il resto d’Europa. Da un certo punto di vista, aveva quasi più senso che il Capodanno fosse il 1° marzo. Infatti, l’anno finiva quando l’inverno è in procinto di terminare, e si comincia a scorgere il risveglio naturale della primavera.
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